31 maggio 2014

ETRA collabora al Salone Internazionale Architettura Restauro & Paesaggio di Monfalcone

L'Associazione culturale ETRA ha collaborato nei mesi passati alla cura di una parte della sezione del Salone Internazionale Architettura Restauro & Paesaggio dedicata all'opera dell'architetto futurista Antonio Sant'Elia, in corso sino al 31 maggio a Monfalcone presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Piazza Cavour, nel contesto del progetto europeo Macc (Modern art conservation center). Il progetto di ricerca prevedeva la definizione di una ipotesi di collocazione nell'area urbana di Monfalcone del cimitero progettato per la Brigata Arezzo dall'architetto Antonio Sant'Elia. Proprio a Monfalcone il soldato Sant'Elia morì durante il primo conflitto mondiale il 10 ottobre 1916, senza riuscire a vedere conclusa la sua opera architettonica, che invece ospitò inizialmente la sua salma. Nel 1921 essa fu portata a Como, laddove Sant'Elia divenne un'eroe futurista, ma nel 1916 il soldato era ancora un ragazzo, forse parzialmente inconsapevole della tragedia mondiale di cui era partecipe. Il gruppo di studio che ha seguito la ricerca ha visto partecipare anche alcuni membri di ETRA, che hanno alla fine avuto il compito di predisporre una sua sintesi finale, tradottasi in due pannelli grafici che riassumono molte immagini poco note e alcuni documenti inediti, nonché delle ricostruzioni virtuali dello stato di fatto originale presupposto.

A margine del Salone si è tenuta anche una lezione di Philippe Daverio (nella foto in basso con alcuni esponenti di ETRA), incentrata sul contesto storico in cui maturò la cultura artistica di Sant'Elia e lo spirito pattriotico della sua generazione. Il critico d'arte, invitato dall'amministrazione comunale di Monfalcone, ha cercato di dare una risposta alla questione dibattuta di quali meccaniche avessero potuto condurre un essere creativo e fiducioso nel futuro a cadere in una trappola mortale come quella della guerra. La guerra è stata, ha suggerito Daverio, il risultato di una presa di coscienza entusiasta di un cambio della dimensione di riferimento che lo sviluppo tecnologico in quell'epoca prospettava. Il manifesto futurista di Marinetti nella sua prima versione francese citava, "noi siamo a favore delle grandi idee che uccidono", che poi in italiano verrà tradotto in "le idee per le quali vale la pena morire". La chiarezza del testo francese lasciava nella sua traduzione spazio ad un fraintendimento culturale, lo stesso che porterà giovani e meno giovani a sposare l'idea di una società vincente, ma che si trasformerà a posteriori nell'ansia tragica che conosciamo. La felicità per una partenza convinta per il fronte si evidenzio in tutta la solennità propagandistica che la sostenne. Le cronache dell'epoca raccontano l'entusiasmo e la foga con cui Sant'Elia si gettò verso il nemico, nell'assalto in cui cadde colpito al volto a Monfalcone, a quota 85; raccontano meno quella incolpevole ingenuità che le motivava.
Oggi, quasi un secolo dopo la morte di Sant'Elia a Monfalcone, laddove trovavano sepoltura assieme a lui centinaia di militari morti sul fronte carsico, si incontrano il Liceo Scientifico cittadino e un parcheggio a raso.
ETRA ringrazia Gualtiero Pin per l'occasione di studio concessa e gli altri partecipanti al gruppo di studio, Marco Mantini, Silvo Stok, Alessandro Morgera, per lo scambio propositivo che si è creato nella costruzione degli elaborati.

28 maggio 2014

Un resoconto prima della pausa estiva

Sono terminate, ieri, martedì 27 maggio 2014, le occasioni di incontro formativo organizzate dalla Scuola di Dottorato in Ingegneria e Architettura dell'Università di Trieste - Dipartimento di Ingegneria e Architettura, supportate nella promozione per l'aggiornamento professionale dall'Associazione culturale ETRA. Gli incontri di martedì 13 maggio con l'arch. Camilla Perrone e del 27 maggio con l'arch. Francesco Careri hanno offerto spunti per sguardi molteplici e variegati intorno alle metodologie di studio dei fenomeni urbani. Le tematiche della città multiculturale (DiverCity) è stata espressa nelle sue plurime prospettive di valutazione, nell'obiettivo di lasciare spazio ad una ricerca gestita nell'accettazione della "complessità" e quindi sgravata di scatole mentali preordinate (le categorizzazioni); mentre le proposte di ricerca "laiche", nel senso di flessibili rispetto lo specifico caso di analisi (anzi capaci di trasformare la propria proposta disciplinare rispetto la situazione occasionalmente verificata), si sono rivelate a loro volta utili nel superamento di ogni insegnamento codificato: in tal senso interessante lo slogan proposto da Careri, "chi perde tempo, guadagna spazio", così vicino alle analisi e a certe esperienze condotte da ETRA in questi mesi. 
La giornata di studio sull'"abitare" promossa a Trieste, mercoledì 21 maggio, dalle due curatrici Paola Di Biagi e Sara Basso, si è rivelata infine un'occasione a dir poco illuminante per chi ha avuto l'occasione di frequentarla. Le varie proposte offerte dai relatori presenti hanno evidenziato sia sul piano teorico che su quello esplicitato nelle esemplificazioni, l'utilità di uno sguardo diverso rispetto i luoghi pubblici urbani, affrontando quindi con consapevolezza il tema della prossimità, quale cartina di tornasole per garantire possibilità prefigurative per la città contemporanea.
ETRA ringrazia l'Università di Trieste e in particolare la prof. Paola Di Biagi e la prof. Sara Basso per l'ospitalità offerta ai professionisti che hanno voluto approfittare delle occasioni di studio.

L'attività formativa coadiuvata e promossa da ETRA, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti P.P.C. di Gorizia e con il patrocinio del Comune di Monfalcone, risulterà sospesa nei mesi di giugno, luglio e agosto, per riprendere in settembre, quando verranno affrontati con maggior puntualità disciplinare le tematiche proprie del restauro architettonico e urbano.

14 maggio 2014

Giornata di studio a Trieste del 21 maggio 2014 e conferenza a Gorizia del 27 maggio 2014


L'Associazione culturale ETRA evidenzia due iniziative promosse e curate dal Dipartimento di Ingegneria e Architettura e dalla Scuola di Dottorato in Ingegneria e Architettura dell'Università di Trieste, che sviluppano le tematiche affrontate dal progetto The act of seeing/L'atto di vedere.

Palazzo Gopcevich, sala Bobi Bazlen
via G. Rossini, 4 - Trieste
Mercoledì 21 maggio 2014, ore 9.30-18.00

Giornata di studi
Abitare la prossimità. Quali spazi comuni per la città contemporanea? Riflessioni ed esperienze

La giornata di studi intende proporre un confronto critico sugli ‘spazi comuni’ come tema di ricerca e progetto per la città contemporanea. A fronte delle problematicità poste dallo ‘spazio pubblico’, numerosi studi testimoniano il crescente interesse per la nozione di ‘spazio comune’, forse più capace di restituire diverse forme di nuove socialità e reti di welfare, di valorizzare le modificazioni legate agli usi e alle pratiche dell’abitare quotidiano, di far emergere il potenziale di trasformazione di luoghi poco definiti, come quelli di mediazione tra privato e pubblico e di transizione tra interno e esterno. In particolare, recenti indagini svolte tra i quartieri della ‘città pubblica’ hanno messo in luce il ruolo che ‘spazi di prossimità’ assumono nella definizione di ambiti in comune e nell’accogliere quelle diversificate forme dell’abitare che esprimono le necessità di estendere un ‘domestico privato’ oltre la soglia di casa, attraverso appropriazioni, attività di cura, trasformazioni degli spazi condivisi da parte degli abitanti. Queste ed altre considerazioni aprono ad interessanti interrogativi di ricerca e progetto: quali spazi possono essere identificati oggi come ‘comuni’? E per quali abitanti? Come tali spazi possono soddisfare domande legate a nuovi modi di abitare? Con quali strategie di progetto è possibile rispondere alle prestazioni di qualità richieste? Attraverso la presentazione e discussione di ricerche ed esperienze, la giornata di studi vuole avviare una riflessione sulla centralità degli spazi comuni per la definizione di strategie di ricomposizione e/o riqualificazione urbana e delineare alcuni temi e metodi di lavoro per meglio circoscrivere e approfondire il campo di indagine sull’abitare ‘la prossimità’ nella città contemporanea.

La giornata di studi, a cura di Sara Basso e Paola Di Biagi, è promossa nell’ambito della ricerca FRA-Finanziamento Ricerca di Ateneo, Units 2013, Oltre l’abitare domestico. Nuovi progetti per spazi aperti di prossimità nei quartieri di edilizia pubblica e del programmadi iniziative dell’Osservatorio stabile sulla situazione abitativa nel Comune di Trieste.

Qui sotto il programma dettagliato della giornata.

Polo didattico e culturale dell'Università degli Studi di Trieste
via Bartolomeo d'Alviano 18 - Gorizia - aula 204
Martedì 27 maggio 2014, ore 16.30

Conferenza
La città alla scala 1:1. Pratiche e poetiche trasformative tra arti, architettura e città

Sono portati all'attenzione alcuni processi sperimentali di indagine e racconto delle realtà urbane, attraverso pratiche ed esperienze di arte pubblica, ovvero ricerche, azioni e progetti sui temi dell’abitare interculturale, dello spazio pubblico, dell’emergenza abitativa e dell’inclusione, in territori spesso caratterizzati da conflitti sociali. In evidenza le pratiche di cittadinanza resiliente e le modalità alternative di costruzione della città, anche attraverso processi di trasformazione spontanei, e l'attività del LAC (Laboratorio Arti Civiche) del Dipartimento di Architettura dell'Università degli studi di Roma, curatore di progetti utili all'interazione creativa con i cittadini per una trasformazione collettiva e condivisa dell’ambiente costruito.

Per saperne di più:
http://www.articiviche.net/LAC/laboratorio_arti_civiche.html
http://www.osservatorionomade.net/

Relatore: dott. arch. Francesco Careri
Ricercatore Universitario dal 2005 presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Roma Tre. Dal 1995 è membro fondatore del laboratorio di Arte Urbana Stalker Osservatorio Nomade, con cui sperimenta metodologie di intervento creativo nella città multiculturale e dell’abitare informale a Roma. Dal 2006 è titolare del Corso di Arti Civiche della Facoltà di Architettura di Roma Tre, un corso che si svolge interamente camminando analizzando e interagendo in situ con i fenomeni urbani emergenti. Dal 2012 è Direttore del Master Arti Architettura Città, ed è coordinatore del Master PIMC – Politiche dell’Incontro e Mediazione Culturale. Tra le sue pubblicazioni: Constant. New Babylon, una città nomade, Testo & Immagine, Torino 2001 e Walkscapes. El andar como pràctica estética / Walking as an aesthetic practice, Editorial Gustavo Gili, Barcellona 2002, (traduz. It. Einaudi, Torino 2006).

La conferenza è organizzata nell'ambito della Scuola di Dottorato in Ingegneria e Architettura, Indirizzo in Progettazione Integrata dell’'architettura e dell’'Ingegneria Civile (XXVII ciclo) e in Ingegneria civile e Architettura (XXVIII ciclo-XXIX ciclo), dell'Università di Trieste-Dipartimento di Ingegneria e Architettura.


L'Associazione culturale ETRA promuove e appoggia le due iniziative con il patrocinio dell'Ordine degli Architetti P.P.C. di Gorizia all'interno del progetto The act of seeing/L'atto di vedere. Il processo di rigenerazione urbana. La cultura della sostenibilità.  

Le due iniziative sono a ingresso gratuito e libero

Non è al momento possibile riconoscere dei crediti formativi all'iniziativa. Si invita chi è interessato a partecipare ad inviare comunque nota di iscrizione usando i moduli allegati. Verrà definito per la giornata un registro per la raccolta delle firme di presenza in attesa di conoscere la futura possibilità di accreditamento.
info: Associazione culturale ETRA, viale San Marco, 14 - 34074 Monfalcone (GO)-348/2286671- info@culturaeticaetra.com - www.culturaeticaetra.com

3 maggio 2014

Conferenza accreditata arch. Camilla Perrone, Gorizia, martedì 13 maggio 2014


Organizzato e promosso nell’'ambito della Scuola di Dottorato in Ingegneria e Architettura, Indirizzo in Progettazione Integrata dell’'architettura e dell’'Ingegneria Civile (XXVII ciclo) e in Ingegneria civile e Architettura (XXVIII ciclo – XXIX ciclo), dell'Università di Trieste-Dipartimento di Ingegneria e Architettura, si svolgerà a Gorizia, martedì 13 maggio 2014, alle ore 17.00, presso la sede del Polo didattico e culturale dell’Università degli Studi di Trieste, in via Bartolomeo d'Alviano 18, aula 204, una interessante conferenza/incontro utile per approfondire alcuni degli argomenti propri della ricerca che l'Associazione culturale ETRA sta svolgendo sulla città di  Monfalcone e il suo territorio. 
La lezione ex cathedra sarà tenuta dall'arch. Camilla Perrone e avrà come titolo: DiverCity. Sfida della diversità urbana oltre la città. All’interno delle comunicazioni in merito ai principi di rigenerazione urbana un ruolo primario spetta alla comprensione delle trasformazioni sociali inerenti la moltiplicazione delle nuove cittadinanze, il complicato mosaico delle differenze, la diffusione delle comunità volontarie, le richieste di riconoscimento in una società socio-diversa e molteplice. Rigenerare implica una presa di coscienza sociologica e urbanistica dello stato delle cose, per valutare strategie di prefigurazione degli interventi. La conferenza intende offrire un panorama approfondito delle trasformazioni sociali che le città stanno vivendo, verificando proposte coerenti di intervento possibili.
  
Camilla Perrone è ricercatrice presso l’Università degli studi di Firenze nella quale insegna Politiche urbane e territoriali; ha fondato il laboratorio di Critical Planning&Design e coordina il curriculum di Dottorato in Progettazione urbanistica e territoriale. Precedentemente ha insegnato anche nelle università di Toronto, Sidney e Tübingen. Ha pubblicato articoli e libri sulla progettazione interattiva, la pianificazione dello spazio, e le politiche urbane per il governo della diversità. Tra i sui libri si ricordano DiverCity. Conoscenza, pianificazione e città delle differenze, FrancoAngeli, 2010; Per una pianificazione a misura di territorio, Firenze University Press, 2011; Giochi di potere. Partecipazione, piani e politiche territoriali, Utet, 2013, curato con M. Morisi. È inoltre vincitrice dell' AESOP Excellence in Teaching Award for the PhD Course Living Landscapes: Policies, Practices, Images, 2013.

Per chi volesse saperne di più, si consiglia: C. Perrone, DiverCity. Conoscenza, pianificazione e città delle differenze, Milano, Franco Angeli, 2010.

La conferenza viene accreditata per architetti iscritti agli Ordini su promozione dell'Ordine degli Architetti P.P.C. di Gorizia e dell'Associazione culturale ETRA di Monfalcone. Rientra nel ciclo, Il processo di rigenerazione urbana. La cultura della sostenibilità del progetto The act of seeing/L'atto di vedere.

Ingresso gratuito e libero.
Possibilità di accreditamento professionale per architetti iscritti agli Ordini (concessi 2 cfp, in corso di riconoscimento). Per richiedere l'accreditamento si prega di inviare il modulo  sotto allegato, accompagnato da copia dell'avvenuto versamento (€ 5,00 per iscritti, gratuito per iscritti da meno di cinque anni).

Per informazioni sull'incontro: 
info@culturaeticaetra.com
pdibiagi@units.it
http://dicar.di.units.it/scuoladottorato/ 

12 aprile 2014

Conferenze dell'arch. Silvia Bodei e del prof. Benno Albrecht: una sintesi

Le due conferenze organizzate da ETRA a Monfalcone e avute luogo venerdì 04 aprile 2014 (arch. Silvia Bodei) e giovedì 10 aprile 2014 (prof. Benno Albrecht) all'Europalace Hotel di Monfalcone all'interno del ciclo La rigenerazione urbana. La cultura della sostenibilità, con il patrocinio del Comune di Monfalcone e la promozione dell'Ordine degli Architetti P.P.C. di Gorizia, hanno riservato varie piacevoli sorprese. La prima riflessione è che partendo da tematiche apparentemente lontane da un contesto territoriale specifico si possono trarre spunti utili per nuove analisi su quello stesso contesto. La seconda è che il  ogni incontro tra professionisti e cittadini può essere spunto per un dibattito che permette di mettere a fuoco, meglio di molte strategie "a tavolino", alcuni processi e forse anche procedure significative per la pianificazione urbana in genere.
L'arch. Silvia Bodei era chiamata a trattare un tema poco conosciuto, anche dalla stessa critica, nello studio dell'opera architettonica di Le Corbusier, allorchè si trovò a confrontarsi con un imprenditore simbolo di una generazione, Adriano Olivetti e quindi i suoi eredi. 
L'arch. Silvia Bodei e sul fondo il progetto di le Corbusier
Il progetto per il Centro di calcolo elettronico a Rho è stato illustrato a partire dalla sua evoluzione progettuale e linguistica, ma anche dal rapporto tra professionista e committente. Diventa così chiaro, attraverso le parole della relatrice, che Le Corbusier dovette sottostare, dopo la morte di Adriano Olivetti, a continui cambiamenti del suo progetto, costituito nei suoi elementi principali da una piastra modulare grande come Piazza San Marco a Venezia e da una torre direzionale distesa, alla prima sovrapposta. Quella "torre", dall'andamento planimetrico a boomerang nella prima versione, subì continue modifiche fino alla sua rettificazione, tanto che Le Corbusier decise di usare per la soluzione finale la tipologia dell'unitè d'abitation marsigliese, calandola pari pari sopra la piastra progettata. Provocazione o forse consapevolezza che definita una tipologia "perfetta" questa non poteva che essere copiata. Ma utile è stato vedere gli schizzi dell'architetto svizzero naturalizzato francese, capire la maturazione dell'idea progettuale e soprattutto confrontarsi con un'idea di sostenibilità ante litteram, laddove la fabbrica era pensata appunto come Usine Verte e non come fabbrica-macchina. Il luogo della produzione si confrontava continuamente con l'ambiente, mentre nelle soluzioni costruttive emergevano già elementi costruttivi propri dell'attuale ricerca sull'architettura per la sostenibilità: il tetto verde, le grandi vetrate, lo spazio aperto racchiuso nelle corti interne. Se il risultato può alla fine sembrare non commisurato alle idee che lo muovono, non possiamo non interrogarci sul contesto storico in cui è stato pensato. Eravamo all'inizio del boom economico, del disastro edilizio e dell'uso sconsiderato di suolo. Conta forse oggi, per considerare la portata di quel progetto, ragionare più sui principi messi in campo che sul risultato finale, peraltro mai tradottosi in realtà. Quel progetto non fu mai realizzato, mentre lo furono altri di certo meno lungimiranti. Agli architetti presenti alla conferenza è parso utile confrontarsi alla fine della relazione sul rapporto architetto e committente, pervenendo a valutazioni molteplici e antitetiche, ritrovando quindi un proprio ruolo di intellettuali che la professione, per come è andata sviluppandosi negli anni, a volte non consente. E' anche questo un risultato culturale.
In tale direzione si è svolta anche la conferenza del prof. Benno Albrecht. E' stato il suo un rapido e intenso excursus su come si sono sviluppati storicamente alcuni dei principi centrali dell'architettura per la sostenibilità. Il pensiero di Wiliam Morris e il suo "sogno" di un futuro sereno e dominato dal verde (a differenza delle immagini di futuro proprie dei film di fantascienza visti dagli anni '80 in poi), le riflessioni di Ruskin e il libro di H. G. P. Marsh, L'uomo e la natura: ossia la superficie terrestre modificata per opera dell'uomo, del 1865, hanno consentito ad Albrecht di far capire come il pensiero della sostenibilità sia emerso e sviluppato parallelamente al presentarsi delle criticità introdotte dalla rivoluzione industriale e delle esigenze di urbanizzazione del territorio. 
Il prof. Benno Albrecht e il volto di H.G.P. Marsh sull'etichetta del Bel Paese
Dalle riflessioni sul passato alla presa di coscienza dell'oggi, del consumo di suolo, della perdita di significato dell'architettura come espressione di una dimensione storica (in molte lingue, come avviene in Francia, "sostenibilità" si traduce con "durabilità", durabilité), e conseguentemente di una propensione allo spreco. Tutta la riflessione di Albrecht si sviluppa attorno alla consapevolezza di come il pensiero della sostenibilità vada affrontato sul piano culturale, prima che sul tema tecnologico, essendo quest'ultimo un "sottoprodotto" importante del primo. Il dibattito scaturito è stato intenso, portando la discussione sul ruolo dei tecnici dell'aministrazione pubblica e della politica nella gestione della strumentazione urbanistica. Ne è emerso il ruolo ancora importante di scelte decisionali forti; sono scaturite riflessioni su esperienze di gestione urbana italiane e estere, riuscite e meno. A conclusione dell'incontro la presentazione in anteprima dell'importante mostra sull'architettura in Africa e la gestione dello sviluppo dell'urbanizzazione nel continente africano che si terrà alla Triennale di Milano ad ottobre 2014 e di cui il prof. Benno Albrecht è curatore. ETRA seguirà questa iniziativa, valutando l'opportunità di promuovere una visita guidata all'esposizione.  

24 marzo 2014

Conferenze all'Europalace Hotel di Monfalcone: arch. Silvia Bodei (venerdì 04 aprile 2014) e prof. Benno Albrecht (giovedì 10 aprile 2014)


L’Associazione culturale ETRA, con la promozione e organizzazione dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Gorizia, il patrocinio del Comune di Monfalcone, e il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse ospiterà all’interno del ciclo di incontri Il processo di rigenerazione urbana. La cultura della sostenibilità,  due occasioni di aggiornamento: venerdì 04 aprile, alle ore 17.00, all’Europalace Hotel di Monfalcone il lavoro di ricerca dell’arch. Silvia Bodei, ora anche pubblicato in un volume da Quodlibet, sul progetto per una fabbrica “sostenibile” che Le Corbusier aveva predisposto per la Olivetti; giovedì 10 aprile 2014, sempre alle ore 17.00 e sempre all'Europalace Hotel di Monfalcone, la conferenza del prof. Benno Albrecht.

Venerdì 04 aprile 2014, relatore Silvia Bodei
Titolo dell’incontro Le Corbusier e Olivetti. La Usine Verte per il Centro di calcolo elettronico.
Adriano Olivetti affida nel 1960 a Le Corbusier per la progettazione di una fabbrica-laboratorio per le macchine di calcolo elettronico (l'azienda di Ivrea aveva già conquistato notorietà internazionale con l'invenzione del primo computer a transistor). Alla morte improvvisa dell’imprenditore, alcuni mesi dopo, la General Electric, alla quale la Olivetti cede la maggioranza delle azioni, decide di sospendere il progetto. La relazione tra Le Corbusier e la Olivetti continuerà grazie all’interesse di Roberto figlio di Adriano, per la progettazione di uno stabilimento “modello” a Rho, anch’esso poi non realizzato, a causa, tra l’altro, della morte di Le Corbusier nel 1965.
Resta una delle esperienze progettuali più interessanti di rapporto tra architetto e committente, nel tentativo, reale, di analizzare la possibilità di prefigurare una costruzione produttiva che raccolga i principi della cultura della sostenibilità, superando la necessità di limitare questa ricerca esclusivamente alla componente tecnologica. Per Le Corbusier la sostenibilità sta nella definizione degli spazi, nel rapporto diretto tra spazio produttivo e natura, nella costruzione di spazi pensati sulla “misura d’uomo”. Le Corbusier immagina il suo modello di fabbrica integrato con il paesaggio agrario della campagna di Rho.
Il modello scelto dal grande architetto per il Centro di calcolo elettronico, è quello della Usine Verte, la “fabbrica verde” (contrapposta alla Usine Noire, la “fabbrica macchina”), un grande organismo architettonico in sintonia con il territorio e il paesaggio, soluzione questa che può rappresentare un paradigma di grande efficacia per tutti coloro che oggi, su basi nuove, si pongono il problema dell’integrazione fra ambiente e produzione in modo positivo per l’uomo e la natura.


Giovedì 10 aprile 2014, relatore prof. Benno Albrecht
Titolo dell’incontro Conservare il futuro. Il pensiero della sostenibilità in architettura.
Negli ultimi anni il tema della sostenibilità ha occupato un ruolo essenziale nel dibattito sull’architettura e non solo. Albrecht affronterà il tema culturale proprio di quel pensiero, il risparmio, l’uso saggio e consapevole delle risorse, la loro equa distribuzione, l’agire nei limiti imposti dall’ambiente, però con un approccio innovativo, che affonda le sue radici nella storia dell’architettura per la sostenibilità, che si snoda per episodi in sequenza temporale, tra personaggi ed esiti spesso poco noti, e attraversa alcune tappe rilevanti di un pensiero spesso sotterraneo, che affiora specialmente nei momenti di crisi, quando l’architettura è costretta a misurarsi con la scarsità delle risorse.

Le conferenze sono aperte a tutti, ad ingresso libero.
Gli architetti iscritti agli Ordini provinciali possono richiedere l’accreditamento ai fini dell’aggiornamento professionale continuo; saranno concessi 2 crediti formativi, in corso di riconoscimento per ciascuna delle conferenze. Il costo dell’accreditamento per ciascuna delle conferenze è pari a € 15,00 (ridotto a € 10,00 per architetti iscritti da meno di cinque anni). Ogni iscrizione accreditata va formalizzata utilizzando il modulo allegato, accompagnato dalla copia dell’avvenuto versamento bancario.

L’occasione rientra nel progetto The act of seeing/L’atto di vedere, promosso dall’Associazione culturale ETRA di Monfalcone.

Europalace Hotel
Via Callisto Cosulich, 20
Monfalcone (GO)
Venerdì 04 aprile 2014, ore 17.00
Le Corbusier e Olivetti. La Usine Verte per il Centro di calcolo elettronico
Relatore dott. arch. Silvia Bodei, specializzata in Progettazione architettonica e urbanistica nei Paesi terzi alla UPM di Madrid, ha conseguito il dottorato di ricerca in Progettazione architettonica alla UPC di Barcellona; è attualmente assegnista presso il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura di Cagliari e insegna Progettazione all’Istituto Europeo di Design.

Giovedì 10 aprile 2014, ore 17.00
Conservare il futuro. Il pensiero della sostenibilità in architettura.
Relatore prof. Benno Albrecht, è professore di Composizione architettonica e urbana all’Università Iuav di Venezia. Si occupa di ricerche sul disegno urbano sostenibile ed è specializzato nellaprogettazione architettonica e urbana sostenibile. I suoi progetti sono illustrati in riviste italiane e internazionali. È attualmente membro della Commissione scientifica per il Global Award For Sustainable Architecture; fa parte del gruppo di progettisti incaricato della redazione del futuro Piano Operativo Comunale della città di Monfalcone.

Informazioni
Associazione culturale ETRA
Viale San Marco, 14 - 34074 Monfalcone (GO)
348/2286671